Il workshop “Le donne di fronte
alla crisi del debito e alle politiche di austerità: pratiche di resistenza e
alternative femministe” ha rappresentato l'unica presenza femminista nel Forum
Sociale Europeo. La premessa al momento della formulazione dei programmi era
che la cosiddetta questione di genere avrebbe trasversalmente attraversato
tutti i cinque “pilastri” (leggi le tematiche). Nella realtà una petizione di
principio del genere, in astratto anche giusta,
può ridursi a pura e semplice retorica , se non c'è una presenza
femminista organizzata in ciascuno degli ambiti. La prova è che senza la
presenza delle donne che hanno organizzato il workshop di venerdì il testo
conclusivo dell'intero FS avrebbe semplicemente ignorato la griglia di lettura
del genere.
La discussione è cominciata nella
saletta da 60 posti che avevamo prenotato per un eccesso di realismo, ma
soprattutto per una cronica carenza di fondi (come è noto, i luoghi di incontro
si pagano). Dopo poco siamo state costrette dall'affluenza a trasferirci in un
a sala assai più ampia ed eravamo alla fine più o meno 200.
Ai primi interventi sono stati
assegnati 10 minuti, anche se qualcuna – come spesso accade e non dovrebbe invece accadere– ha
abbondantemente sforato; ai successivi solo 5, anche qui con un certo margine
di tolleranza. Il primo intervento di Christiane Marty (ATTAC Francia) si è
soffermato sulla relazione tra politiche di austerità, decostruzione del
welfare ed esistenza femminile. Nicoletta Pirotta che rappresentava la nostra
lista e appartiene alla rete “Femministe per un'altra Europa” ha elaborato
alcuni concetti sulla femminilizzazione del lavoro e soprattutto ha
sottolineato la dinamica con cui un soggetto socialmente svantaggiato può
diventare soggetto politicamente forte. Christine Van Den Daelen (CADTM Belgio)
ha raccontato delle iniziative di AGORA' in Belgio, in modo particolare dei
presìdi dinanzi a banche e ad altri luoghi simbolici e del lavoro per
sensibilizzare sulla crisi associazioni diverse di donne. Lidia Flores della
Marcia Mondiale delle Donne portoghese ha raccontato tra l'altro della
partecipazione femminista nei comitati per l'audit.
Coinvolgente l'intervento di
Sonia Mitralias sulla drammatica situazione greca: in due anni e mezzo, ha
detto Sonia, lo stato sociale è stato interamente distrutto. La cosa che ha
colpito forse di più è sapere che l'assistenza medica al parto ormai si paga
con somme inaccessibili a molte donne.
Gli interventi sono stati più o
meno una ventina. Di alcuni segnalo le affermazioni e gli argomenti per cui li
ricordo. Imma per esempio ha messo in guardia dalla cultura patriarcale anche
all'interno del movimento; Paola ha insistito invece sull'esigenza di essere
comunque interne al movimento di opposizione all'austerità e solidali con i compagni
che ne fanno parte; Rosalba ha auspicato l'elaborazione di proposte su pratiche
di resistenza locali; Franca ha parlato della capacità delle donne di resistere
all'individualismo e alla sua ipertrofia nella cultura attuale. Particolarmente
interessante mi è sembrata la proposta di Heidi, cioè quella di chiedere che il
premio Nobel per la pace, ingiustamente attribuito alla UE, venga restituito e
investito per rispondere a bisogni e richieste di donne.
Io ero stata incaricata di
spiegare il progetto che ci ha fatto costruire la lista e lavorare perché il
workshop vedesse un'adeguata presenza e ho cercato di farlo, nei limiti dei 5
minuti assegnati agli interventi diversi da quelli introduttivi.
Vale la pena di segnalare anche
un intervento legittimamente polemico, perché forse la segnalazione potrà
contribuire a evitare qualche equivoco. Un'amica, di cui non ricordo il nome,
ha protestato perché si era parlato fino a quel momento solo di “sfighe” donne
e di debito, mentre le donne sono esseri a tutto tondo e il femminismo deve
confrontarsi su tutti i temi. Le abbiamo risposto che noi non siamo “le donne”,
ma un gruppo di donne di diverse appartenenze che hanno deciso di convergere su
un tema specifico, che interessa tutte e su cui si è verificata una possibilità
di agire comune.
Dall'assemblea è uscita la
proposta di preparare da ora un 8 marzo 2013 che abbia al centro il tema della
crisi e dell'austerità. La proposta è stata portata prima nell'assemblea in cui
si sono confrontati i diversi workshop sul debito, poi in quella detta di
“convergenza delle convergenze” e alla fine, dopo appassionati interventi di
Nadia e Nicoletta, fatta propria dal testo conclusivo.
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