A quindici anni dall’uscita del primo Quaderno Viola su lesbismo ("E l’ultima chiuda la porta", 1995) una redazione composta da Lidia Cirillo, Fabiola Correale, Paola Guazzo, Claudia Lopresti, Eva Mamini ed Anna Muraro ha discusso ed elaborato un nuovo contributo
Scrive la redazione nella prima delle introduzioni politiche del Quaderno:
“Una prima domanda che ci siamo poste nell’evocare quel vecchio numero è stata la seguente: che cosa è cambiato da quel 1995 in cui discutemmo appassionatamente del rapporto tra femminismo e politica lesbica? Si può rispondere prima di tutto che molte cose sono cambiate in due direzioni esattamente opposte con il risultato ultimo di un’apparente immobilità.
C’è stato prima di tutto un mutamento evidente nel femminismo. Per la prima volta nella storia italiana un movimento ampio, come quello che ha manifestato contro la violenza alle donne nel novembre del 2007, si è chiamato “di femministe e lesbiche”, riconoscendo apertamente l’esistenza al suo interno di una componente di donne che amano le donne.
C’è stato poi un cambiamento nella scena politica su cui ha fatto irruzione il Pride, che porta ogni volta in piazza decine di migliaia di persone, costringe la politica a prendere posizione e la stampa a rompere il silenzio. Inoltre, ai tempi di quel quarto quaderno della vecchia serie, una serie televisiva come The L Word sarebbe stata impensabile e non c’erano parlamentari dichiaratamente gay, lesbiche o trans.
Altri fenomeni invece vanno in direzione opposta. L’Italia è ancora uno dei pochi paesi del mondo nord-occidentale in cui il movimento non ha ottenuto nulla sul piano dei diritti e delle misure contro l’omofobia, mentre lesbiche, gay e trans sono esposti oggi molto più di ieri alla violenza omofoba.”
Orgoglio e pregiudizio, terzo Quaderno Viola della nuova serie post-2000, tenta di fare il punto sulla situazione delle lesbiche in Italia, sia dal punto di vista politico che da quello storico, teorico ed immaginario, senza ambizioni sbagliate sul fornire la linea del movimento o di chiudere un mondo complesso in un quadro capziosamente esaustivo, ma anche senza timore di esprimere una lettura della realtà e di tracciare una prospettiva politica.
Al di là di questa sintesi generale, anche molti altri sono i nodi trattati nelle tre sezioni politiche di Orgoglio e pregiudizio: dal rapporto fra lesbiche e femministe nel movimento, alla querelle matrimonio sì/matrimonio no, alla questione più generale dei diritti civili per lesbiche e gay in Italia e nel mondo, alla maternità lesbica, alla critica della politica di lobby, alla questione della strumentalizzazione degli omosessuali in funzione anti-islamica in Europa, per citare solo alcuni dei temi trattati. I punti di vista sono molteplici, articolati ed interlocutori; si è cercato di dare il giusto spazio alle questioni che percorrono il dibattito politico all’interno del movimento lesbico, includendo anche tematiche più generalmente glbt e femministe.
Anche le interviste ad attiviste del movimento ( Elena Biagini, Cristina Gramolini, Luki Massa) testimoniano l’intento redazionale di fornire uno strumento aperto ed interlocutorio, non fossilizzato sulla spesso forzosa dicotomia istituzionali/radicali, che poco rende conto della ricchezza e complessità dei percorsi di gruppi e singole.
Nel contempo è stato reso attivo un canale di comunicazione con il movimento femminista e con l’area politica della sinistra anticapitalista, in quella logica intersezionale che è tradizione dei Quaderni, messa in opera fin dalla loro nascita negli anni Novanta (per la storia della prima serie e materiali d’archivio scaricabili).
Dal punto di vista della teoria lesbica, che contiene complessità e molteplicità di posizionamenti difficili da riassumere in uno strumento sintetico, è stata scelta la linea del delauretisiano “soggetto eccentrico”, dalla lettura di Wittig al soggetto queer, privilegiando però una lettura politica rispetto ad una accademica e postmoderna.
Sono inoltre stati messi in rilievo i testi sui quali si è più recentemente discusso in incontri lesbici di massa ( per esempio alle Cinque giornate lesbiche tenutesi a Roma nel giugno 2010), contenenti i temi di maggiore attualità ed urgenza per i gruppi politici e culturali.
Sono presenti, inoltre, una bibliografia ragionata e tematica ed una sezione su immaginari e comunità, imprescindibile dato il ruolo svolto - in questo ultimo decennio – dalla comunicazione in rete e da una produzione globale di immagini lesbiche nel cinema, in tv e sui giornali; questa “comunità” basata sull’immaginario è pre-politica, ma non per questo trascurabile, perché anche da essa nasce l’humus per lavorare a una politica organica, nella quale desiderio di trasformazione non sia un discorso calato dall’ alto sui corpi di soggette refrattarie e beate della loro alienazione.
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